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      E volendo il re d'Inghilterra far fare giustizia di terrazzani, siccome di piratti di mare, e tutti impenderli alle forche, i detti due cardinali furono con molti prieghi al re e alla reina, che perdonasse loro la vita per l'amore di Dio, e per la grazia e vittorie che Iddio gli avea fatte; e dopo molte pregherie di cardinali e della madre e della moglie perdonò loro la vita, e tutti gliene mandò col capresto in collo. E questa vittoria di Calese fu grande onore e aquisto al re d'Inghilterra. I Fiaminghi, ch'erano co·llui nell'oste, richiesono il re che 'l disfacesse, che non potesse far loro più guerra e ruberia, e' loro porti ne fossono migliori. Lo re nol volle disfare, anzi fece crescere la terra verso la marina, e aforzare di mura e torri e fossi e steccati, e popololla di suoi Inghilesi, e fornilla di vittuaglia e d'arme. E bene che Calese fosse al re d'Inghilterra piccola terra, gli fu grande aquisto, perch'è terra di porto, e per vincere sì grande punga contro al re di Francia e suo gran podere nel suo paese medesimo. Ma·lle sopradette vittorie avute, il re d'Inghilterra sopra il re di Francia sì in Guascogna e in Brettagna e in Francia, e poi nella battaglia e vittoria avuta a Crescì, come adietro ordinatamente è fatta menzione, non ebbe in dono; che tornato il detto re Aduardo con sua oste in Inghilterra, tra' morti in battaglie, e poi al suo ritorno morti d'infermitadi e malattie, si trovaro meno da Lm Inghilesi; e però non si dee nullo groriare delle pompe e vittorie mondane, che·lle più sono con male uscita.


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Nuova cronica
Tomo Terzo
di Giovanni Villani
pagine 442

   





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