E partito di Forlì, giunse a Rimino a dì XVI di dicembre, e da meser Malatesta fu ricevuto a grande onore al modo degli altri signori, e più magnamente, e là sogiornò alcuno dì, e di là il seguì il signore di Forlì con CCC cavalieri di sua migliore gente fino a Napoli onoratamente. Partito il detto re da Rimino, faccendo il cammino da Orbino giunse in Fuligno a dì XX di dicembre, il quale da meser Ugolino de' Trinci che·nn'era signore, fu ricevuto a grande onore, e soggiornòvi da III dì. E·llà venne a·llui il legato del papa cardinale, e ragionò co·llui di più cose delle bisogne del Regno, amunendo il re non facesse crudele vendetta né contra a' reali divoti di santa Chiesa e innocenti, e che furono solamente due quelli che furono colpevoli, e que' furono giustiziati. Apresso l'amonìo che contra la signoria di santa Chiesa, di cui era il Regno, non dovesse usare signoria né dominazione sanza l'asento del papa e de' suoi cardinali sorto pena di scomunicazione; bene che di ciò
dicesse che dal papa non avea speziale mandato, ma di questo il consigliava ed amoniva. Al quale i·re rispuose saviamente e con alte parole e franche, dicendo che di sua vendetta non s'avea a tramettere né elli né·lla Chiesa, e dove dicea che furono due, sapea di CC; e che il Regno era suo per giusta successione dell'avolo, e che riavendo la signoria, come intendea d'avere coll'aiuto di Dio, alla Chiesa risponderebbe di quello che dovesse ragionevolemente. La scomunica a torto, se·lli fosse fatta, poco curava, però che Iddio maggiore che 'l papa sapea la sua giusta impresa; questo sapemmo da alcuno di nostri ambasciadori, con cui il legato ne parlò, uomo degno di fede.
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