Ed ellino per loro superbia peggio trattavano i nostri rettori e cittadini che v'erano per lo Comune di Firenze, e del continovo puttaneggiavano col Comune di Perugia, per diminuire la signoria del Comune di Firenze, per meglio potere tiranneggiare. Ma a·cciò non guardò il nostro Comune, perch'erano Guelfi, di fare loro rendere i beni loro, e ordinalli a' confini a·lloro castella e possesioni fuori d'Arezzo; ma male stettono contenti ne' termini e confini loro dati, ch'al continuo stavano in trattati co·lloro amici dentro. E a dì XI d'aprile seguente, la notte, co·lloro amici a cavallo e a piè vennero alla terra con iscale scalandola per entrare dentro; furono sentiti e ripinti per forza fuori, e di presi di quelli d'entro, che rispondieno loro; di certi fu fatta giustizia, ed ellino e·lloro seguaci condannati per traditori e ribelli.
CXVIII
Di certe novità che in questi tempi furono in Firenze.
All'uscita di novembre e·ll'entrata di dicembre del detto anno subitamente montò il grano in Firenze, di soldi XXII che valea lo staio, in uno mezzo fiorino d'oro, e infino soldi XXXV lo staio, onde il popolo si maravigliò, e temette forte, dubitando non tornasse la carestia passata. E·cciò avenne perché la Romagna, d'onde ci solea venire il grano delle circustanze del Mugello, n'andava in Romagna, però che in Vinegia avea gran caro di grano; e per la generale mortalità e infermità delle terre marine, come detto avemo adietro, e per la venuta del re d'Ungheria in Puglia, i Viniziani non potieno avere tratta di grano né di Cicilia né di Puglia; e' Viniziani male potieno navicare.
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