E mandarli a' confini i conti e·lloro in diversi luoghi e paesi. E Andrea Gambacorti con suoi seguaci se ne feciono signori.
CXX
D'uno grande segno e miracolo ch'aparve in Vignone.
Nel detto anno, a dì XX di dicembre, la mattina levato il sole, aparve in Vignone in Proenza, ov'era la corte del papa, sopra i palazzi e abituri del detto papa, quasi com'una colonna di fuoco, e dimoròvi per ispazio d'una ora; la quale da tutti i cortigiani fu veduta, e faciensene grande maraviglia; e con tutto che·cciò potesse essere naturalmente per li raggi del sole al modo dell'arco, tuttora fu segno di future e grandi novitadi che avennero apresso, come leggendo si potrà trovare.
CXXI
Come i Guelfi furono cacciati di Spuleto.
Nel detto anno, a dì X di gennaio, mesere Piero di meser Cello di Spuleto, il quale n'era fuori a' confini, a pitizione degli altri grandi Guelfi di Spuleto, perché usava contro a·lloro e gli altri soperchia maggioranza cittadina, il detto meser Piero con suoi seguaci e amici e aiuto del capitano del Patrimonio e del duca di Spuleto venne alla terra con suo sforzo di genti a cavallo e a piè, e datagli l'entrata d'una porta, entrò combattendo nella terra. I cittadini ciò sentito, levaronsi a romore, e presono l'armi, onde si feciono caporali i Guelfi della terra medesimi, e per forza combattendo ruppono mesere Piero e' suoi con danno di loro, e cacciarli della terra. E pochi dì apresso i Ghibellini della terra avendo sospetto de' Guelfi che v'erano, con tutto che fossono stati co·lloro a cacciarne meser Piero e' suoi seguaci, come ingrati e sconoscenti gli cacciarono di Spuleto; onde, tutto fosse loro fatta sconcia cosa, fu giusta vendetta e presta, perché n'avieno cacciati i loro Guelfi medesimi.
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