Ed in mezzo a questa varia e sfrenata società d'uomini che percorrono il mondo, senza altra legge, che la spada e l'onore cavalleresco, sorge una letteratura che ne ritrae la tumultuosa indole. La religione, le avventure, la guerra e l'amore esaltarono stranamente gli animi e le fantasie de' nuovi poeti. L'impero di Carlo Magno, origine prima di questa società, colle sue conquiste e i prodi capitani e le guerre agl'infedeli e il viaggio a Roma, divenne il soggetto perenne di canti, che un poeta tramandava all'altro, perchè ognuno aggiungesse la sua pietra al comune edilizio. Ecco in qual modo s'andava formando un ciclo di poemi epici, in cui la fantasia e la verità storica s'intrecciano, si confondono, sono una sola e medesima cosa. Il passato ed il presente, riuniti e ricreati così nella fantastica canzone del poeta, formano un mondo ideale, in cui gli eroi si moltiplicano, si battono, ingigantiscono, scompaiono per nascere di nuovo. Ogni atto valoroso, di cui il poeta è testimone, diventa un episodio nuovo di eroi immaginarii, ed ogni cavaliere piglia a modello questi epici paladini.
V.
Ma intanto l'Europa va soggetta a molte commozioni politiche. Tre grandi uomini compariscono sulla scena nell'XI secolo. Gregorio VII stringe i vincoli della costituzione della Chiesa, e fa sentire nel mondo la forza di questa più gagliarda unità. Nuove conversioni e nuovi progressi fa la religione di Cristo: crescono i rapporti fra i suoi segnaci. Guglielmo il Conquistatore porta in Inghilterra la monarchia normanna; Roberto Guiscardo la porta nell'Italia meridionale.
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