E coi Normanni si diffondono la lingua e la letteratura francese. Nuovi poeti e nuovi poemi sorgono allora per tutta l'Europa, moltiplicandosi in modo, che la storia ha dovuto dividerli in varii cicli, per poterli ordinare. Al ciclo di Carlo Magno, esclusivamente francese, s'unisce quello d'Arturo, che appartiene alla Francia ed all'Inghilterra. In questa è grandissimo il numero di coloro che scrivono francese, e i suoi eruditi sono spesso costretti a confessarci, che non v'è, quasi, nella loro letteratura, romanzo cavalleresco, di cui non bisogni cercare in Francia la prima sorgente. La Germania ebbe nei Niebelungen un poema nazionale; ma accolse in gran numero gli eroi romanzeschi della Francia, da cui imitò, tradusse, rifece tanti epici racconti. Gli eroi de' suoi Minnesinger portano spesso nomi francesi, vengon da paesi di Francia, e qualche volta lo scrittore si scusa del non continuare la sua narrazione, dicendo: bisognerebbe assai ben tradurre dal francese. La Spagna ebbe un ciclo nazionale ne' suoi poemi del Cid; ma volle pure imitare la Francia, la quale è, fuor d'ogni disputa, la sorgente prima dei mille eroici romanzi. La sua lingua, i suoi poemi e i suoi poeti son per tutto imitati e cercati. Gli eruditi francesi hanno di ciò dato amplissime prove, trovando perfino nella Svezia e Norvegia, gli avanzi della loro antica letteratura.
Sopravvengono poi le Crociate, e la Francia si trova a capo di quella guerra, in cui l'occidente, riunito in un solo pensiero, animato da un comune sentimento, si rovescia con ardore irrefrenabile sull'oriente.
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