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      - S. Domenico esultava, e il papa benediceva, sicuri di contribuire al trionfo della fede di Cristo!
      Sventure intanto seguivano a sventure. La Provenza venne ben presto annessa alla Francia, la sua storia da questo momento finisce. La poesia fu soffocata nel sangue, la stessa lingua provenzale, a poco a poco, decadde in un dialetto. Quei castelli ridenti ed ameni, dove la voce del trovatore aveva, per la prima volta, invitato gli animi ai pensieri gentili, dove la gaia scienza aveva, in mezzo ad un secolo ancora selvaggio, sposato l'amore alla poesia, sollevando la dignitą della donna; quei castelli furono, per opera del successore di Pietro, ridotti in un mucchio di rovine. I poeti fuggiron raminghi per l'Europa meridionale e vennero in Italia, mescolando lacrime alle loro canzoni, ed ispirando un odio implacabile contro quel clero, che aveva col ferro e col fuoco tolta a loro la patria. Furono accolti con benevolenza, e molti di essi cantarono canzoni di guerra per la patria italiana, e si batteron in terra straniera, per quella libertą che avevano irreparabilmente perduta. La loro presenza non fu senza peso, fra le molte cagioni, che affrettavano ora il nascere della poesia italiana.
      VIIIGl'Italiani avevano accumulata molta ricchezza e molta esperienza; il commercio e l'industria erano progrediti; le arti belle cominciavano a fiorire, e la nostra lingua ancora non era nata, quando gią le altre avevano una letteratura. La grande somiglianza dei dialetti col latino, e la facilitą con cui questo si mescolava con quelli, erano ancora un grande ostacolo.


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Antiche leggende e tradizioni che illustrano la Divina Commedia
di Pasquale Villari
1865 pagine 287

   





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