Essi pigliano le loro ispirazioni dal cuore dell'uomo, e dalla realtà della vita. Così avviene, che non appena la musa italiana pone la mano sulla sua lira immortale, e ne cava i primi suoni; tutti quanti gli eroi della cavallerìa fuggono e si perdono nella nebbia, da cui erano nati. La nuova luce della letteratura che sorge illumina un mondo reale, ed i nostri poeti sembran dire agli stranieri: nella natura vi sono maraviglie più grandi di quelle, che voi avevate sognate colle vostre fantasie.
Esaminare, adunque, ricercare tutti gli elementi che dalla poesia straniera, dalle tradizioni, superstizioni e leggende filtrarono nella nostra poesia, è opera di certo utilissima, perchè ci pone in relazione con la storia di tutti i popoli; ma il carattere che costituisce l'arte italiana, e forma la sua gloria, sta tutto in quel nuovo slancio che la cava, d'un tratto e per sempre, fuori del mondo dei fantasmi, delle convenzioni e delle non interrotte allegorìe, cavandone contemporaneamente tutta quanta l'Europa. Così l'Italia non ridonava alla Francia ciò che prima ne aveva ricevuto; ma le diveniva maestra, perchè le apriva un mondo nuovo.
Quando i moderni eruditi avranno finito le ricerche intorno al Decamerone; essi vi troveranno dei racconti arabi, indiani, e sopra tutto dei racconti presi dai fabliaux, che pure gli avevan presi da altri; ma non perciò sapranno ancora nulla intorno al suo valore intrinseco. Per qual ragione questi racconti mille volte ripetuti in tante letterature, e sempre dimenticati, ad un tratto divengono fra noi un monumento immortale d'arte e di poesia?
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