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      Intanto Beatrice scomparisce dalla terra, ed il poeta allora non ha più ritegno. In un momento di eccessivo ed esaltato dolore, esso annunzia agli amici la morte di lei, come una pubblica calamità. Per lui s'era infatti dileguato il sublime ideale del suo genio. Il nome, l'età, i giorni, in cui ella nacque, in cui la vide, in cui morì, prendono un mistico significato; ed a poco a poco la morta giovinetta rinasce nel suo cuore, come un'idea. Tutto ciò che seppe immaginare di nobile, di sovrumano, si chiamò per lui Beatrice. Essa si trasforma nella patria, nella teologia, diviene la guida luminosa de' suoi anni più maturi, quando restato solo, si trova uomo ormai consapevole di sè, e s'apparecchia ad entrare in una serie di nuove lotte, che daranno materia ed ispirazione a nuovi canti. Colei, che aveva fatto nascere nel suo cuore il desiderio smisurato d'un grande avvenire, rimane per sempre come la sua seconda coscienza, l'anima della sua anima.
      XIII.
      Uno dei caratteri dell'uomo di genio è quello di presentarci, in tutte le vicende della sua vita, come lo sviluppo d'una stessa idea, mirando sempre ad un medesimo scopo. Ma quando veniamo a ragionare della vita politica dell'Alighieri, troviamo che molti storici ce la dipingono piena di contraddizioni. L'Alighieri, secondo essi, avrebbe obbedito più alla passione che alla ragione, e può essere più facilmente perdonato, che scusato. Dominato fieramente dagli odi di parte, egli perseguitò con eccessivo rigore i suoi nemici; nato Guelfo e salito al potere per opera dei Guelfi, si mutò in Ghibellino, quando lo esiliarono da Firenze.


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Antiche leggende e tradizioni che illustrano la Divina Commedia
di Pasquale Villari
1865 pagine 287

   





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