Diciamolo dunque in brevi parole: č ormai dalla storia provato, come il primo che abbia dato, nel medio evo, una vera definizione del diritto, ed abbia saputo vedere in esso il solo fondamento razionale della societą e dello Stato, č appunto l'Alighieri. Questa osservazione fatta con grande acume dal Carmignani, venne riconfermata ancora da molti scrittori stranieri. Se non che il Carmignani professando circa le relazioni fra la Chiesa e lo Stato, e sul dominio temporale dei papi, opinioni alquanto diverse da quelle di Dante, o non vide o non volle dir sempre tutta la grande importanza, e tutte le conseguenze, che quella definizione del diritto portava nel libro de Monarchia, col quale s'inizia veramente la nuova scienza politica, e si espone il fondamento, su cui riposano le societą moderne.
Il diritto, dice dunque l'Alighieri č una relazione reale e personale degli uomini fra loro, o degli uomini verso le cose, relazione che osservata, la societą si conserva, non osservata, la societą si discioglie15. E traducendo questa definizione nel linguaggio moderno, avremo che il diritto, determinando queste relazioni determina ancora i limiti, in cui a ciascuno deve essere garantita e assicurata dallo Stato la propria libertą d'azione. Fra questi limiti, ognuno č assoluto padrone di sč: delle sue azioni non deve rispondere che a Dio ed alla sua coscienza. Ma ove ne uscisse, egli verrebbe a violare l'altrui libertą, porrebbe in pericolo l'esistenza sociale; onde lo Stato interviene, punisce, impedisce colla forza questa violazione.
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