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      - Il diritto, domanda ora l'Alighieri a sè stesso, è il risultato d'una pura utilità sociale, ha un valore puramente umano e terreno? - No. risponde esso, la società è fatta, è voluta da Dio; e come le leggi della natura sono opera di Dio, così anche le leggi sociali; anzi il diritto e la giustizia sociale partono da Dio, sono la stessa volontà divina16.
      E qui osservava il Carmignani, la definizione dell'Alighieri ha due grandi pregi: con essa il diritto è chiaramente distinto dalla morale, ed ha un carattere tutto sociale; non è solo un fatto, ma un principio, che ha valore razionale, obiettivo. E da ciò sarà facile ad ognuno vedere tutte le conseguenze, che debbono derivarne nel libro de Monarchia. Lo Stato, la società hanno finalmente ritrovata la loro base e la loro indipendenza; la libertà è sacra, la società umana è ribenedetta, perchè voluta da Dio, e necessaria alla vita spirituale. Senza la Città terrena, la Città celeste diviene impossibile; giacchè solo nella civile comunanza, l'uomo può svolgere tutta la potenza del suo intelletto possibile, della sua anima, senza di che non può entrare nel regno celeste. Così le dottrine del medio evo son rovesciate fin dalle loro fondamenta, e la moderna scienza politica incomincia. Ma il nostro filosofo non è anche contento; egli ancora non s'arresta. Se il diritto è sacro ed inviolabile, se esso è distinto così chiaramente dalla morale e dalla religione; lo Stato deve, per necessaria conseguenza, essere distinto, diviso dalla Chiesa; l'imperatore è indipendente dal papa, il cui regno deve essere tutto e solo spirituale.


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Antiche leggende e tradizioni che illustrano la Divina Commedia
di Pasquale Villari
1865 pagine 287

   





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