Parthenope, etc.
Morto a Brindisi, aveva infatti già espresso la volontà d'essere sepolto nei luoghi, che ispirarono le sue immortali poesie. Ed il popolo napoletano gli mostrò la sua riconoscenza, col far di lui il genio protettore della città.
Come Firenze era stata sotto la protezione del Dio Marte, cui era poi successo S. Giovanni, così ogni città italiana aveva al suo Dio o genio pagano sostituito un Santo cristiano. Ma Napoli si trovava d'avere un protettore pagano che l'antichità e i Cristiani tenevano in una uguale venerazione. Aiutato in questo modo da un doppio vantaggio, Virgilio divenne il costante e benefico protettore della repubblica napoletana, e la sua tomba ne fu come il palladio. Napoli era nell'XI secolo fiorente di commerci, di armi e di libertà; si reggeva con le leggi romane, e fu tra quelle repubbliche meridionali, che, gareggiando con Amalfi, precedettero il risorgimento di tutti gli altri municipi italiani. Quando vennero i Longobardi e sorsero i Ducati di Benevento, di Capua, ec.; quando vennero i Saraceni a fare le loro terribili scorrerie; quando vennero i Normanni, procedendo di conquista in conquista, l'orgoglio di tutti questi popoli guerrieri e conquistatori fiaccò sotto le mura della piccola repubblica di Napoli, che pel valore de' suoi cittadini respingeva gli assalti, un dopo l'altro. Destavano questi fatti una singolare maraviglia ed ammirazione; onde il popolo diceva, e gli era creduto, che Virgilio aveva con arte magica costruito le sue mura, rendendole così inespugnabili.
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