Dobbiamo aggiungere che dai monaci di Montecassino, e da quelli della Cava avemmo ogni gentilezza ed ogni aiuto richiesto. I primi ci fecero conoscere le varianti, che passano fra il codice originale della visione d'Alberico, che si trova in Montecassino, e quello di Roma, che servì al Cancellieri ed agli editori di Padova; e di esse ci dettero copia. Alla Cava, osservando il prezioso codice, che ivi trovasi dello Speculum historiale del Bellovacense, chiedemmo la copia d'alcuni capitoli, e ci furono da quei Padri stessi copiati e mandati gentilmente a Pisa, insieme con molte notizie. Del resto, la cortesia e la dottrina dei monaci di Montecassino e della Cava non hanno bisogno delle nostre parole per esser note. A noi basta esprimer loro la nostra riconoscenza.
E finalmente sentiamo l'obbligo di dire che, nella brevità del tempo che ci stringeva, avemmo nel condurre la stampa di queste leggende, l'aiuto di due nostri colleghi, i professori Ferrucci e D'Ancona, i quali con la loro perizia contribuirono a render corretta questa pubblicazione. Ad essi noi rendiamo i nostri più sinceri ringraziamenti.
LEGGENDE E TRADIZIONI
INCIPIT LIBELLUSDE RAPTU ANIMAE TUNDALI ET EJUS VISIONE
TRACTANS DE POENIS INFERNI ET GAUDIIS PARADISI35
I.
Anno Domini millesimo centesimo quadragesimo nono, qui fuit annus secundus expedicionis Iherosolimorum, Conradi regis Romanorum, et annus quartus Eugenii papae, in quo anno ipse papa de partibus Galliarum Romam reversus est, in quo eciam anno sanctus Malachias defunctus in Claravalle est, visa est haec visio.
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