Pagina (130/287)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Alora l'Angelo lo guardò con la faccia allegra, e dissegli: Non avere paura, perchè tu scamperai bene questo passo; ma dappo' questo, tu vederai ben maggiore pena. E la menò di là dal ponte, sana e salva. Et alegrada l'anima, disse a l'angelo: Io ti prego, Signore mio, s'el ti piace, che tu mi dichi de quelle anime che hanno fatto questo ch'avemo veduto. E l'angelo rispose e disse: Questa valle è loco de li superbi, et el monte puzzolente è pena de li traditori e de l'insidiatori. Poi disse: Andiamo, che noi trovaremo una pena oltra queste, più desmesurata che non si pò dire.
      Et andando poi, e faticandosi molto per un'altra via; viddi molto da lunga83 una bestia molto terribile da vedere, formada de grandezza che avanzava tutti li monti ch'elli avea veduto. Erano li occhi suoi affogadi, che pareano simile a lei; la bocca sua era larga, e tenevala sempre aperta, ne la84 quale al mio parere85 dovrebbe starvi ben nove milia omini armati. Et avea in quella bocca doi omini intraversadi, a modo de doe colonne grandissime: l'uno aveva el capo a li denti de sopra, e pendeva con li piedi a li denti de sotto; e l'altro stava al contrario, chè avea el capo a li denti de sotto; e stavano a modo de doe colonne in questa bocca. Quelli dividevano intriegi la86 ditta bocca, de la qual usciva grandissima fiamma de fuoco, che mai non se poteva smorzare. E questa si pò dire la bocca de la morte; e de quella bocca usciva grande fiamma, la qual parea che andasse fino al cielo. In quella fiamma e bocca erano constrette intrare l'anime che se dovevano dannare, e de quella bocca usciva puzza che non se87 poteva sostenire; e quasi se udiva el pianto e lamento grande de l'anime, che erano cruciate in lo ventre de la bestia.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Antiche leggende e tradizioni che illustrano la Divina Commedia
di Pasquale Villari
1865 pagine 287

   





Angelo Andiamo