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      Alora, vedendo li demonii ch'io era così sola, con molta furia e grande rabia tuttiquanti mi furono intorno, ricordandomi tutti gli miei peccati ch'io aveva fatto, dicte111 e pensati; e provandomi tutti li beneficii e grazie da Dio, che me aveva fatto, de le quale io era stato ingrato e descognoscente, e dicevano: Ecco coloro a chi tu hai servito et obedito sempre, e noi te meritaremo davantagio. Et allora me preseno con tutti quelli instrumenti de ferro; ciascuno con lo suo mi corse adosso, e finalmente tutto me menuciaro in pezzi; e così dissipata e guasta, mi gittaro nel fuoco de questa casa. E qua dentro si udiva pianto, tristezza e dolori, stridori de' denti; dentro e de fuora era fuoco et incendio ardente. Qui era fame de cibo, ben non si può contare; e con tutto che la sua bocca sia piena, mai non si sazia quelli tormentatori; et avea dolori orribili in le parte vergognose del corpo, le quale parevano corrotte, che gittavano puzza e molti vermi. E qui ancora erano uccelli e bestie crudele; quelle112 se apiccano dentro, in quella parte de omini e de femine, non solamente de mundane113; ma eziandio, e de maggior pena e dolori de tristezza e de vergogna, erano omini e femine d'abito e conversazione religiose114: nessuna schiatta, nessuno habito, nessuno stato era esempto de queste pene. E coloro ch'erano a mundo reputati in magiore stato, a nome de perfezione e de santa vita, quelli erano iudicati a magiore pene. Poi ch'io misera ebbe115 sostenuto tutti questi tormenti, me ritornonno insieme116, e cognoscetti ben che degnamente avea sostenuto queste pene per li miei peccati.


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Antiche leggende e tradizioni che illustrano la Divina Commedia
di Pasquale Villari
1865 pagine 287

   





Dio