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      Questi sono quelli che meritano la beata vita del grande Signore, quelli per alcuno tempo sono consolati in cotale riposo. Grande è el sacramento del matrimonio, et chi ben lo serva, con quella conditione ditta de sopra, anderanno in questa requie, la quale è senza fine. E poi l'angelo mi disse: Ancora ne conviene andare più in suso, a vedere quelle cose che è lì suso. Et io dissi a l'angelo: Signore mio, se io trovo grazia ne gli occhi tuoi, pregoti che tu me lassi stare e rimanere in questa requie; perchè se tu voli, io non mi curo de montare più in alto; ma qui vorrebbe sempre stare, io non curo de meglio. Rispose l'angelo e disse: Avenga che tu non l'abbi meritato ancora, vederai maggiore cose.
      Poi se movessimo et andassemo più oltra, senza recrescimento; passammo infra le sedie de' Santi, e tutti li Santi s'inchinavano el capo, e salutavano con la faccia alegra, e me chiamavano per nome, e glorificavano Dio, che m'avea liberata da tante pene; e dicevano tutti quanti: Gloria sia a te190, Signore de la gloria eternale, che non vale la morte del peccatore; ma che 'l se converta, che 'l viva. Et ancora; secondo la tua grande misericordia, t'hai dignato de liberare questa anima da le pene de l'inferno, e conducerla a la beata compagnia de l'angeli santi.
      CAPITULO XIV.
      De la gloria che vide l'anima, nel terzo loco ove l'Angelo la menò.
      Poi ch'avessemo passate molte sedie de' Santi, vedemo un altro muro, così alto come quello che aveva veduto innanzi. Et era d'oro purissimo e splendidissimo, ch'era maggiore diletto a vedere che tutta l'altra gloria di prima.


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Antiche leggende e tradizioni che illustrano la Divina Commedia
di Pasquale Villari
1865 pagine 287

   





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