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      È finito il prolago. Comincia il trattato e narramentod'uno nobile cavaliere, che v'entrò nuovamente.
      Ora avenne a nostri tempi, cioè al tempo dello re Stefano221, che uno nobile cavaliere, il quale aveva nome Oveni222, del quale si conta questa presente Narrazione, che andandosi a confessare da uno vescovo, nel cui vescovado era il detto Purgatorio, essendosi223 confessato, da lui fortemente ripreso de' suoi peccati, incontanente cominciò a piagnere e a dire, ch'era aparechiato a portare ongni penitenzia e pena che al vescovo piacesse. E volendogli poi il vescovo imporre la penitenzia, che a' suoi peccati si convenia, rispuose il cavaliere che non solamente quella intendeva di fare; ma eziandio molto maggiore di quello, in quanto egli gliele concedesse. Poi disse, che era aconcio d'intrare nel Purgatorio di santo Patricio, acciochè fosse perfettamente purgato e mondato di tutti li suoi peccati; della qual cosa il vescovo fortemente lo sconfortava, mostrandogli lo grande pericolo a che mettere si voleva, dicendogli come molti v'erano andati che mai non erano tornati. Ma l'animo del cavaliere veramente penitente, nè per parole nè per esempro inchinare non si poteva224, che non volesse pure mettere a sequizione225 questa sua volontà e desidero. Ancora il vescovo lo amuniva che si faciesse religioso di quella relegione che più li piaciesse, dinanzi che mettersi a così226 dubbioso ed incierto pericolo; alla quale cosa227 lo cavaliere rispuose, che fare non voleva, se prima non entrasse nel Purgatoro.


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Antiche leggende e tradizioni che illustrano la Divina Commedia
di Pasquale Villari
1865 pagine 287

   





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