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      E oltre a questo, le demonia discorrevano sopra questo fiume; percotendo ed attuffando continovamente qualunque si sforzasse d'uscire dalle dette acque, o che non vi fusse bene attuffato288. E poi che nel detto fiume questa giente era stata un poco, subitamente veniva un altro vento sė forte e furioso, che traeva tutti costoro di queste acque, e gittavagli in altra parte del monte, facciendo tutti quanti gran pianti e guai. Nel qual luogo erano tormentati di sė grandissimo freddo, che non č corpo umano che ne potesse campare289. Ma il cavaliere di Cristo, ricordandosi de l'aiutorio divino, con gran vocie il nome di Gesų cominciō a chiamare, nella cui virtų tante volte era stato vincitore; e di presente sanza alcuno indugio, in un'altra ripa sano e salvo si fu ritrovato.
      D'onde uscėa un gran fuoco, il quale si dicie che č una bocca di Ninferno.290
      Ma, non essendo le demonia ancora nč sazzi nč stanchi d'ingiuriare, partendosi questo cavaliere291 di quel luogo, sė lo menarono inverso le parti de l'austro. Ed ecco subitamente vidde dinanzi agli occhi suoi una fiamma sė scurissima e puzzolente, che non si potrebbe per niuno modo dire, la quale usciva d'uno profondissimo pozzo. E poi vidde uscire di quello pozzo grande moltitudine di giente d'ogni maniera e d'etae, tutti ingniudi, sanza alcuno vestimento, che parevano quasi di fuoco a vedergli. E usciendo di questo pozzo con quella fiamma cosė puzzolente, erano gittati in aria siccome faville di fuoco; e da ch'egli erano bene in alto levati, subitamente tutta questa fiamma con quella giente ricadevano in quello ardente pozzo, facciendo continovamente grandissime grida e dolorose strida, per le pene e tormenti che quivi crudelmente sentivano292.


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Antiche leggende e tradizioni che illustrano la Divina Commedia
di Pasquale Villari
1865 pagine 287

   





Cristo Gesų Ninferno