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      E disciendendo poi la detta fiamma in giù, rimase allato al detto pozzo, da ogni pene e tormento liberato. E stando quivi un poco, tutto solo, non sapiendo da qual parte si dovesse volgiere od andare; ecco subitamente alquanti altri demoni uscirono di quel pozzo, i quali, siccome isconosciuti da lui, sì gli dissono così: I nostri compagni sì ti dissono, che quà entro era un inferno294; ma eglino sì ti mentirono, e non ti dissono il vero, com'è nostra usanza295; acciò che coloro che non possiamo ingannare colla verità, noi inganniamo con bugie e falsitadi; e però sappi che questo non è lo inferno, ma co' noi aguale al vero inferno ti meneremo296.
      D'un fiume tutto coperto di fuoco, e d'un ponte altissimo e stretto e isdrucciolente.297
      Ora disiderando sempre le demonia di potere ingannare il cavaliere, continovamente rinnovellandogli di salute battaglie298, partendosi con grandi grida, sì lo menarono a un fiume grandissimo e larghissimo, del quale usciva un terribile e sozzo puzzo. In questo cotale fiume era tutto coperto d'una fiamma299 ardente di puzzolonte zolfo, ed era piena di demonia in grande moltitudine. Allora dissono le demonia al cavaliere: Sotto questo fiume così infiammato e ardente, sappi che è il ninferno. E sopra al detto fiume era un ponte altissimo300. Or dicono le demonia al cavaliere: Sappi che ti conviene passare su per questo ponte; e mentre che tu passerai, noi soffieremo e commoveremo fortissimi venti e grande tempestade; sicchè del detto ponte ti faremo cadere in questo affocato e puzzolente fiume, nel quale sono i compagni nostri, i quali ti piglieranno incontanente, e allo inferno sì ti meneranno.


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Antiche leggende e tradizioni che illustrano la Divina Commedia
di Pasquale Villari
1865 pagine 287

   





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