Pagina (190/287)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      In quel luogo non v'č mai notte nč tenebria veruna323; imperochč lo sprendore di quello cielo purissimo con grandissima chiaritā, sempre quivi risprende. E videvi sė grande moltitudine d'uomini e di femmine d'ogni etade, che in questo mondo non fu mai veruno che ne vedesse altrettanti. Et era quella beata moltitudine distintamente ordinata in pių parti; imperochč tutti coloro che parevano quasi d'uno abito o d'una forma, facievano una schiera e uno coro per sč324. E siccome quivi avea molti abiti invariati l'uno da l'altro, cosė v'aveva molte ischiere e molti cori; e bene che fossono ordinati e accompagnati cosė distintamente, nondimeno ciascuno quando voleva, poteva uscire della sua ischiera e andare a vedere e a visitare l'altre schiere e cori di que' beati, e averne di loro ogni consolazione e letizia che l'animo suo desidera325. E simigliantemente, coloro a cui andavano, li ricievevano con gran festa; della sua visitazione tutti si rallegravano; e cosė in questo modo, tutte insiememente si godevano con grandissima letizia, l'uno del bene de l'altro. Stavano que' cori di quella giente beata (imperochč tra loro č somma caritā e amore perfetto e purissimo) dirimpetto l'uno a l'altro, cantando e giubilando cosė dolci canti e melodie, che non č lingua umana che 'l potesse raccontare. E l'uno coro cominciava, e l'altro rispondeva: e cosė in questo modo sempre rendevano grazie a Dio, che in tanto onore e gaudio gli avea posti e collocati. E sicome le stelle del cielo, l'una č pių luciente e pių risprendente che l'altra, cosė simigliantemente i volti di que' beati, l'uno č pių chiaro che l'altro, secondo i meriti loro.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Antiche leggende e tradizioni che illustrano la Divina Commedia
di Pasquale Villari
1865 pagine 287

   





Dio