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      Nondimeno, ciascheduno è contento pienamente del suo beato e grolioso stato, in che Dio onnipotente l'ha posto e ordinato. Le vestimenta che avevano queste beate genti erano sì preziose e nobilissime, che parrebbe326 cosa incredibile a dire. Imperochè alquanti parevano vestiti di vestimenti lavorati d'oro; altri d'una verde porpora rossa327, sì bella e riluciente, che mai in questo mondo non ne fu veduta una simigliante; alquanti v'erano con vestimenta bianchissime e nobilissime, oltre a ogni bellezza umana. Ma alla forma de l'abito328. nel quale ciascuno aveva servito a Dio in questo mondo, apertamente si discerneva in que' loro nobili vestimenti; e per quella cotale forma, poteva conosciere il cavaliere chiaramente di che ordine e di che merito era stato ciascheduno in questo mondo; imperò che 'l vario colore e lo sprendore de l'abito sanza dubbio il manifestava. Erano ancora in quella beata patria alquanti che, per gli loro grandi meriti, erano incoronati a modo di re, avendo in capo corone nobilissime; e alquanti altri vi vidde, che portavano in mano palme d'oro finissimo.
      Era adunque in quel beato luogo somma allegrezza e gioconditade, vedere que' volti rilucienti e pieni d'ogni chiaritade di quella giente giusta e beata, e udire que' loro dolci e soavi canti e ineffabile melodie. Da qualunque parte si volgieva, sempre udiva ringraziare e benedire Iddio, con tanta dolciezza e soavitade che non è lingua umana che 'l potesse parlare. Ciascuno godeva e rallegravasi, non solamente della sua grolia e beatitudine; ma eziandio di quella di tutti gli altri, come della sua; et in questo modo tutti insiememente vide in grandissima letizia e consolazione e in somma pace e unione329. E come detto abbiamo di sopra, quivi era continovamente tanta soavitade d'odore, che si pensava che tutti coloro che ivi abitavano, ne potesseno abbandonatamente vivere sanza d'alcun altro cibo.


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Antiche leggende e tradizioni che illustrano la Divina Commedia
di Pasquale Villari
1865 pagine 287

   





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