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      E compiute ch'egli ebbono di dire queste e altre molte dolci ammonizioni, alla fine sì gli parlarono così: O carissimo nostro fratello, sappi che nella patria tua, cioè nel secolo, sì si comincia a fare oggimai dì, e già v'è levato il sole; e imperò tu non puoi stare più qui co' noi; anzi ti conviene affrettare d'andare più tosto che tu puoi. Imperocchè quello venerabile priore che ti mise qua entro, compiuto ch'egli avrà di celebrare357 la messa, solennemente verrà con solenne precissione ad aprire la porta di questo purgatorio, donde tu entrasti; e se non vi ti trovasse, sappi che incontanente egli serrerebbe la detta porta, e ritornerebbesi alla chiesa sua. Le quali parole e ammaestramenti egli ricievette graziosamente; ma intendendo che quivi egli non poteva più stare, sì si raccomandò a que' santi uomini; e ricievuta ch'ebbe la benedizione da loro, incontanente, sanza alcuno indugio, sì si partì. Quindi, venendone inverso la porta donde era entrato, e, siccome piacque a Dio, miracolosamente addivenne, che in quell'ora e punto che la detta porta del Purgatorio dal detto priore s'apriva, questo cavaliere giunse. Lo quale, veggendolo il priore, sì lo ricievette con grandissima letizia e allegrezza, e con gran festa sì lo menò seco alla chiesa sua. E poi che ebbe udite e intese diligientemente da lui tutte le sopradette cose, sì gli comandò che dovesse stare in quella chiesa quindici dì in continovi digiuni e sante orazioni, ringraziando Iddio continovamente della grazia ricievuta.


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Antiche leggende e tradizioni che illustrano la Divina Commedia
di Pasquale Villari
1865 pagine 287

   





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