Un dì, stando nel munistero, dicendo salmi e orazioni, sì mi venne questo: e sì venne a me un frate, e dissemi ch'io dovessi fare una sepoltura per soppelirlo, e mostrommi lo luogo dove io dovea cavare la mattina. Quando venne la sera, e mi venne un vecchio, lo quale io non cognoscea, e dissemi così: O frate mio, avegnaidio che ti fosse comandato che tu facessi domane una fossa, per uno morto soppellire, nollo fare in quel luogo; imperò che gli è d'altrui, e tu nol sai. Quando io ebbi udito queste parole, io lo guatai e nollo pote' cognoscere; ma pure io gli dissi: O padre chi se' tu? Rispuosemi: Come è ciò che tu non mi cognosci? Io sono Patrizio lo tuo abate. E io rispuosi: Ben lo cognosco, e ben lo cognoscerei s'io lo vedessi. E egli rispuose, e disse: Sappi, Pagolo, ch'io sono Patrizio lo tuo abate, sappi ch'io sto bene, e sono in luogo di salvazione nell'altra vita, e sono bene contento; gli altri frati sanno bene questo ch'io ti dico, Albeo de' essere abate, e sarà buono uomo, e di santa vita, e grande amico di Dio. E poi mi disse: Questo luogo, lo quale tu debbi cavare e far sepoltura, si è del corpo mio; altrove dei far la fossa, e nota queste parole che io t'ho detto, e nolle dire ad altrui. Ancora voglio che tu sappi, che a Dio piace che tu non istia più in questo luogo; domattina, quando lo mattino sarà detto, farai così: al nome di Dio anderai allo lido del mare, e ivi troverai una navicella con ciò che bisogna, e entravi dentro in nome di Dio, e lasciala andare e portare dove piacerà a Dio; e in pochi dì ella ti conducerà dove piacerà a Dio che tu stia, e fai aspra penitenzia, e là dimorerai quanto piacerà a Dio.
| |
Patrizio Sappi Pagolo Patrizio Albeo Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio
|