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      Anche lo ditto Virgilio fece forgiare uno cavallo de metallo, sotto costellacione de stelle, che per la visione sola de lo cavallo, o sulo per se li appressemare altri cavalli stimolati de alcune infirmitati, sì aveano remedio de sanità, lo quale cavallo li menescalchi de la cità de Napoli, avendo de ciò gran dolore, imperzò che no aveano guadagno alle cure de li cavalli infirmi, sì andarono una notte e perforarolo in ventre. Da poi, per la quale percussione e rottura, lo ditto cavallo perdìo la virtute; unde de poi fo convertuto a la construccione delle campane delle maiuri ecclesie de Napoli. In de l'anno del nostro Singnor Iesù Cristo MCCCXXII, lo quale cavallo si stava corcato ne la corte de la preditta maiore ecclesia de Napoli; da lo quale cavallo si crede che la piaza o vero segio de Capuana, porte le arme o vero insegna, zoè uno cavallo in colore de oro senza freno. Per la quale cosa, quando lo serenissimo prencepe re Carlo I intrao in ne la cità de Napoli, maravegliandosi delle arme de questa piaza e de la piaza de Nido, la quale anche per arme avea uno cavallo tutto de nigro, senza freno; sì comandò che fossero scritti dui versi li quali in questa forma dissero:
      Hactenus effrenis, nunc freni portat habenas;
      Rex domat hunc Aequus Parthenopensis Equum448.
      De li quali versi la sentencia in vulgare sì ei questa, che lo re Iusto de Napoli doma quisto cavallo sfrenato, a li uomini senza freno, li apparecchia le retene senza freno.
      V.
      Como Virgilio fece forgiare una cecale, socta costillacione delle stelle.


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Antiche leggende e tradizioni che illustrano la Divina Commedia
di Pasquale Villari
1865 pagine 287

   





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