E di questo secondo miracolo, assai posteriore, neppure si conosce l'origine. Si sa solo, che la chiesa, in cui trovasi la pietra miracolosa, fu dalla città di Napoli edificata per voto, dopo la peste del 1656.
Senza voler dar troppo peso ad una ipotesi, ravviciniamo i fatti e le date. La leggenda di S. Gennaro, a cui neppure il più fervente cattolico è obbligato di credere, ci sembra davvero che succeda a quella di Virgilio, e quasi ne prenda il posto. Nata in tempi di servitù, essa è meno antica, meno poetica e più grossolana.
33 Come nella Visione raccontata da Gregorio VII.
34 Come nella Visione di Tantolo.
35 Da una edizione rarissima e delle più antiche; descritta minutamente nella Biblioteca Spenceriana. Una copia se ne trova a Roma. Non v'è alcuna data, nè nome di tipografo. È in 8.° grande, o 4.° piccolo, e sono l8 foglietti senza numerazione, con caratteri semigotici, iniziali con inchiostro rosso a penna.
36 Cioè nella metropoli meridionale. Nella traduzione francese, fatta dal sig. Delepierre, e stampata a Mons, 1837, questo passo trovasi abbreviato e tradotto così: Dans une des métropoles de l'Hibernie méridionale. Cito questa traduzione, perchè è molto rara e pregiata dai bibliofili, e presenta alcune varianti.
37 Les flots s'élançaient jusqu' au ciel. Così la traduzione Delpierre.
38 Prêtes à dévorer. Ibidem
39 La stampa dice: infrustra.
40 Consola cette âme coupable. Trad. Delpierre.
41 L'antica edizione, dice: unum; ma è forse un errore di stampa. Il Delpierre traduce: il presse, comme un moissonneur desséché par la soif presse des raisins, pour en extraire quelques gouttes de jus.
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