Avea con sè molti buoi destinati a trasportarle. Traversando un bosco, uno dei suoi tori, chiamato Sangivaca, fece un falso passo, cacciò il piede tra due grossi sassi e si slogò la gamba. Non trovando rimedio al male, il mercante, anzichè ritardare il viaggio, abbandonò la bestia e andò avanti per la sua via.
Il povero Sangivaca languì lungo tempo; ma, a poco a poco, l'erba fresca e l'acqua pura gli ridettero le forze perdute, e in capo a un mese lo fecero divenire grosso e grasso e più sano di prima.
Abitava in quei dintorni un Leone, che era il re del bosco, sovrano assoluto di tutti glianimali che vi avean domicilio. Questo Leone avea per ministri due Volpi, Carataca e Damanaca; ma l'una e l'altra, per avergli mancato di rispetto, erano state scacciate dalla Corte, con divieto irrevocabile di mai più rimettervi il piede.
Un giorno, il re Leone, assetato dalla grande arsura del sole, se ne venne per bere sulle rive del fiume Jumna. Smorzata la sete, se ne tornava già al suo palazzo, quando di botto udì una voce spaventosa (era il muggito di Sangivaca). Di dove partiva quella voce? che animale era quello, che produceva un rombo così terribile? Doveva essere una bestia assai forte e potente. E se era un rivale, che venisse a contrastargli il regno del bosco?.... Questi pensieri lo turbarono non poco, anzi, per dirla schietta, gli misero addosso una gran paura. Che fare? con chi consigliarsi? e non sarebbe stato forse buon partito riconciliarsi coi due ministri e sollecitare il loro aiuto?
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