Entrato appena nell'acqua, eccoti venirgli incontro un Gambero che gli domandò dove andasse. “Al Gange, in pellegrinaggio„ rispose il Bramino. “Per me - disse allora il Gambero - sono stufo di starmene qui da tanti anni. Fammi una finezza, ti prego; portami in qualche altro posto, dove si vive meglio. Non troverai un ingrato; mi ricorderò vita durante del tuo beneficio. Se si dà l'occasione, chi sa che io non possa sdebitarmi?„
“Possibil mai, - esclamò il Bramino, - che una bestia così vile possa rendere un qualunque servizio a un par mio?„
“Un esempio ti risponderà per me„ - ribattè il Gambero.
IL RE E L’ELEFANTE
Un gran Re, Aditia-Varma, andato un giorno a caccia con un seguito numeroso ed entrato in una selva fronzuta, si vide venire incontro un enorme Elefante. Si spaventarono i cortigiani, ma il Re fece loro animo, dicendo che bisognava trovar modo d'impadronirsi dell'Elefante e di condurlo alla città reale. Il modo fu presto trovato. Si scavò un fosso largo e profondo e lo si coprì di sarmenti e di erbe. Poi, accerchiato da tre parti l'Elefante, non gli si lasciò altra via che quella del fosso, e in questo capitombolò la bestiaccia mentre cercava di fuggire.
- Ora, - disse il Re, tutto contento della riuscita, - lasciamo che digiuni per otto giorni. Quando avrà perduta ogni forza, ci sarà facile domarlo.
Ciò detto, si ritirò con la sua gente, lasciando l'Elefante nella buca profonda.
Due giorni dopo, un Bramino che passava di là, vide quello strano spettacolo, e domandò all'Elefante come mai fosse ruzzolato nel fosso.
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