Il Bramino allora li mise tutti e due nella bisaccia, li trasportò a una certa distanza, e tornò con più calore a pregare il Gambero di mantener la promessa e di mettere il Corvo in libertà.
-Pazzo che non sei altro! - esclamò il Gambero. - Co' bricconi non c'è parola che tenga, e non c'è da fidarsi. Non sai tu che questa bestiaccia di Corvo ha già spacciato molti innocenti, e che se lo lascio andare, come tu vorresti, ne farà morire anche degli altri? Impara da me quel che ci guadagna un uomo dabbene a beneficare i furfanti, e qual ricompensa spetti a costoro.
IL BRAMINO, IL COCCODRILLOL’ALBERO, LA VACCA E LA VOLPE.
Sulle rive del Jumna viveva un Bramino, per nome Astica, il quale volle fare il devoto pellegrinaggio al Gange. Fatti i suoi preparativi, si mise in cammino. Un giorno, si trovò a passare lungo un fiume, e pensò di fare un bagno. Entrato appena nell'acqua, ecco accostarglisi un Coccodrillo, che gli domanda donde venga e dove vada; e saputo che il Bramino andava in pellegrinaggio a Cassy per lavarsi nelle sacre acque del Gange, caldamente lo supplicò di prenderlo seco e di trasportarlo fino alle rive di quel fiume, dove sperava di poter vivere più comodamente, visto che il posto dove ora trovavasi rimaneva spesso, a tempo dei calori, senza una stilla d'acqua, e lo faceva penare maledettamente. Astica, mosso a pietà,, mise il coccodrillo nella bisaccia, si gettò questa sulle spalle, e via.
Arrivato in riva al Gange, aprì la bisaccia, e indicando le acque del fiume, disse al Coccodrillo di tuffarvisi; ma questi, dicendosi spossato dal lungo viaggio compiuto sotto la sferza del sole, ed incapace di entrar da solo nel fiume, pregò il suo benefattore che lo portasse fino ad una certa distanza.
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