- Balordo! - gli disse, - t'insegnino prudenza i pericoli corsi, e ricordati che coi cattivi non si fa amicizia o lega quale che sia.
La Volpe raccolse poi i suoi parenti, e tutti insieme scialarono con la carne del Coccodrillo. Il Bramino intanto, compiuto il suo pellegrinaggio e lavatosi nelle acque del Gange, se ne tornò sano e salvo a casa sua.
Terminato il suo racconto, disse il Gambero al Bramino:
-Impara che non c'è patto o fede che tenga coi cattivi. Avutili in mano, bisogna distruggerli senza pietà.
Così dicendo, strinse forte pel collo il povero Corvo, e lo strangolò.
Liberato così da un gran pericolo, Calasarma preso con sè il Gambero, proseguì il viaggio, arrivò al Gange, e lasciò andare il compagno, come appunto aveva promesso. Poi lo ringraziò del servizio resogli, salvandogli la vita, fece le sue abluzioni, e se ne tornò sano e salvo a casa sua.
Chiusa così questa storia, Carataca disse:
-Tu vedi, caro Damanaca, quanto sia utile nella vita procedere d'accordo e aiutarsi a vicenda. Non si pensi dunque più a separare i nostri interessi, e torniamo alla Corte del re Leone, per aver modo di sostenerci l'un l'altro.
CARATACA E DAMANACA RISOLVONODI PRESENTARSI AL RE LEONE.
Persuaso alla fine dai ragionamenti dell'amico, Damanaca consentì ad accompagnarlo per divider con lui la buona o la mala ventura. Si misero subito in cammino, arrivarono, si presentarono umili e compunti al cospetto del Leone, e questi prima di confidar loro le inquietudini che lo travagliavano, impose loro un segreto inviolabile.
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