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      Giurassero di non tradirlo e di porre in oblio tutti gli affronti ed i torti che da lui in passato avessero potuto ricevere.
      Giurarono le due Volpi che avrebbero sempre avuto a cuore gl'interessi di lui come propri, e allora il re Leone narrò loro per filo e per segno il motivo delle sue trepidazioni, la voce spaventosa, simile a rombo di tuono, che giorni innanzi aveva udito, la paura che l'animale capace di emettere un tal muggito non fosse una bestia di lui più forte e bestiale, o un qualche rivale venuto a contendergli e strappargli l'impero della foresta.
      Dal racconto del Leone, Carataca e Damanaca sospettarono che il temuto rivale non fosse che un Toro. Cercarono in tutti i modi di rassicurare il padrone, allegarono che nessun animale al mondo poteva a lui esser pari di forza e di coraggio, che ad ogni modo era indegno del suo valore e della sua gloria dare a vedere tanta paura, quando non c'era probabilmente alcun pericolo in vista, e che infine i terrori anticipati e senza fondamento erano poco meno che ridicoli.
     
      LE VOLPI E IL VENTO.
     
      - Nei paesi settentrionali, - disse Carataca, - due Re s'incontrarono per caso, cacciando nel medesimo bosco. Un diverbio sorse subito fra loro, a proposito di un cinghiale, che ciascuno dei due asseriva di avere ammazzato. Il diverbio divenne contesa, e ben presto si mutò in una battaglia sanguinosa. Dall'una e dall'altra parte caddero morti uomini e cavalli, e i nemici si separarono con perdite quasi eguali. Partiti che furono, una torma di Volpi accorse sul campo di battaglia e trovò in abbondanza di che sfamarsi.


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Il pancia tantra ovvero Le cinque astuzie
Cento e più favole per divertire ed istruire la gioventù
di Viscnù-Sarma
Società editrice Partenopea Napoli
1914 pagine 129

   





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