- C’è però anche un adagio che insegna non doversi mai abbandonare il paese dove si è nati. Del resto il mio compagno ed io siam convinti che i vostri terrori son parto di fantasia, e che la bestia che gli ha cagionati non può essere che un Toro. Se Vostra Maestà ce lo comanda, noi siamo anche pronti ad andare in cerca del misterioso animale e a scandagliarne le intenzioni; e se lo troviamo quale Vostra Maestà ce lo dipinge, ci studieremo di insinuargli pensieri di pace e d'indurlo a stringere con Vostra Maestà un'alleanza solida e duratura.
DAMANACA E CARATACA VANNO INAMBASCIATA DAL TORO SANGIVACA
Il Leone approvò il partito proposto dai due ministri, e subito li mandò dal suo rivale per intavolare dei negoziati di pace, investendoli di pieni poteri per concludere un trattato vantaggioso. Facessero buon viaggio e presto ritorno.
Partirono i due ministri, e dopo aver cercato di qua e di là, scovarono alla fine Sangivaca in un angolo della foresta, intento a pascere tranquillamente sulle rive della Jumna. Accostatisi a lui, gli chiesero chi fosse, donde venisse e che motivo l'avesse condotto in quei luoghi.
Sangivaca narrò loro tutta la sua storia, la caduta, la gamba rotta, e l'abbandono.
A questo racconto, le due Volpi si guardarono stupite e non seppero trattenere uno scroscio di risa.
- Ecco il mostro terribile, - pensarono, - la cui sola voce ha messo tanta paura in corpo al nostro Re! Possibil mai che un animale della sua forza e del suo coraggio sia a tal segno degenerato da tremar come una foglia ai muggiti di un povero Toro abbandonato da tutti e decrepito?
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