Noi stessi, per farti piacere, ti presenteremo a Corte... Sappiamo che tu sei più forte e più potente di noi; ma certe imprese, tu non lo ignori, inaccessibili ai forti, non possono esser compite agevolmente che dai deboli.
SANGIVACA SI PRESENTA A CORTE.
Quand'ebbero così favellato, le due Volpi invitarono Sangivaca a seguirli. Il Toro, di nulla sospettando, obbedì. Arrivati a breve distanza dalla reggia, le Volpi andarono avanti per annunziare al Re la visita dell'ospite temuto. Gli comunicarono innanzi tutto il buon esito dell'ambasceria cercando di far valere i propri servigi. Il re Toro, dissero, aveva un naturale collerico, diffidente, testardo; avevano durato una fatica da non si dire per indurlo a miti consigli; ma infine, a furia di abilità e di promesse, erano riusciti a farne un alleato fedele e un amico sincero.
Fuor di sè dalla gioia, il Leone colmò di elogi i due ministri e ne esaltò lo zelo, la fedeltà, l'attaccamento agli interessi della Corona.
La mattina appresso, tornarono le due Volpi al posto dove avean lasciato Sangivaca e tutti e tre di conserva si avviarono a Corte.
Il Leone, informato dell'arrivo, e volendo ricevere con pompa e dignità il novello alleato, si assise in trono e stette ad aspettare, circondato da tutti i cortigiani e i dignitari.
Quando Sangivaca gli fu presentato, lo guardò a lungo in silenzio e con ammirazione, e si reputò avventurato di avere acquistato, la mercè dei suoi ministri, un alleato che parea così forte e che possedeva armi così potenti, tanto per l'attacco che per la difesa.
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