CARATACA E DAMATACA DECIDONODI FAR MORIRE SANGIVACA.
- Vedi bene, - soggiunse Carataca - che l'Eremita e la Volpe furon causa della propria rovina per imprudenza e sbadataggine; così del pari noi ci siamo pressochè rovinati, presentando questo signor Toro alla Corte del re Leone.
- Ora, - rispose Damanaca,- non ci resta che tentare ogni via per riparare al mal fatto.
Per conto mio, non vedo altro che un qualche agguato per far perire Sangivaca.
- Ma noi siamo troppo deboli per una tale impresa, - osservò l'altro ministro. - Come pretendi tu disfarti di un rivale così potente? Che mezzi sono i tuoi?
- O l'astuzia o l'aiuto altrui: quando tutto manca a conseguire il fine, non c'è altre vie che quelle.
IL CORVO, LA VOLPE E LA SERPE.
Viveva in un deserto un Corvo, il quale si avea costruito il suo nido sopra un albero altissimo. Sotto quest'albero stesso, una Serpe aveva stabilito la sua dimora in uno di quei monticelli di terra che i formiconi bianchi sogliono elevare. Vista quella pericolosa vicinanza, il Corvo cercò ogni mezzo di allontanarsi o di distruggere il nemico; ma non trovando niente di buono nè potendo viver tranquillo in quel posto, si rivolse a una Volpe sua conoscente, e dopo averle esposto la gravità del caso, le domandò in cortesia che gli suggerisse un mezzo per ammazzar la Serpe.
LO SMERGO, I PESCI E IL GAMBERO
- Vivevano una volta in uno stagno,- rispose la Volpe al Corvo, - gran numero di Pesci di ogni sorta. Un giorno, calò uno Smergo per dissetarsi nelle acque limpide dello stagno, e visti tutti quei Pesci, fu preso dalla voglia di assaggiarne; ma l'acqua era così profonda, che non c'era verso di chiapparne uno solo.
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