- E come mai? - domandò, minaccioso il Leone, stupito a quel discorso.
- Nel modo più semplice, - rispose l'ambasciadore; - noi ti promettiamo di portarti un animale al giorno per saziar la tua fame.
Il Leone accettò la condizione, e gli animali fedelmente tennero l'impegno. Ogni giorno un animale di questa o quella specie veniva servito alla mensa reale. Finalmente, dopo che un gran numero di bestie era stato spacciato, venne la volta dello Sciacallo.
Questi allora, il giorno stesso del sacrificio, convocò un'assemblea generale degli animali, ed espose loro con molta eloquenza che il rimedio escogitato per riparare al male comune non era che un palliativo: volere o no, si sarebbe finito con l'esser tutti divorati alla spicciolata. A scongiurare questo pericolo, unico mezzo era di trovare qualche artificio per far perire il temuto nemico.
Gli animali si guardarono l'un l'altro stupefatti, e domandarono allo Sciacallo con qual mai artifizio si potesse riuscire in una impresa così arrischiata.
Lasciate fare a me, - rispose lo Sciacallo.- Non ho bisogno dell'aiuto di nessuno; e tenete bene a mente che quando la forza vien meno, la furberia soccorre al bisogno.
L’UCCELLO TITTY, L’ELEFANTE,
IL TAFANO, LA VOLPE E LA RANA.
Un uccello Titty, che è, come sapete, una specie di grossa allodola, avea costruito il suo nido in un certo posto frequentato da un Elefante; e questi non mancava mai di porre le zampe su quel nido e di schiacciarne le uova. Più e più volte, e con tutti i riguardi, il Titty gli avea fatto delle rimostranze; ma l'Elefante non ci sentiva per quest'orecchio, e seguitò a distruggere senza pietà la famigliuola che il povero uccello metteva al mondo.
| |
Leone Leone Sciacallo Sciacallo Sciacallo Titty Elefante Titty Elefante
|