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      Visto che non riuscivano ad accordarsi, convocarono un'assemblea generale di tutti gli uccelli, e vennero ad esporre le loro ragioni.
      Gli uccelli riuniti stupirono e s'indignarono di essere stati convocati per una sciocchezza simile. Esortarono i litiganti a vivere in pace, dissero che il loro comune domicilio, la casa che a tutti i pennuti apparteneva, erano gli alberi più carichi di frutti, e conchiusero che non valeva la pena di far tanto fracasso per un nido di passerotti.
      Poco soddisfatti del verdetto degli arbitri, i due litiganti uscirono dall'assemblea risoluti diportar la questione davanti al Re del paese. E questa decisione imprudente fu da loro presa, a dispetto delle argomentazioni degli altri uccelli, che tentavano di dissuaderli.
     
      IL RE E IL CACCIATORE
     
      - Nella città di Santapura - dicevano gli altri uccelli - c'era un Re, il quale, desiderando diventar grosso e grasso, si consultò coi suoi medici perchè gli prescrivessero una cura ricostituente. I medici gli prescrissero di mangiar sempre carne. Allora il Re, fatti venire i più esperti cacciatori del paese, ordinò che tutti i giorni gli portassero della selvaggina. I cacciatori obbedirono, e non mancarono mai di fornirgli la quantità necessaria di carne che dovea riempire lo stomaco reale.
      Un giorno però che pioveva a catinelle, i cacciatori non potettero, come di solito, andare a caccia; un solo fra essi, a malgrado del cattivo tempo, tentò di battere una parte del bosco, dove più abbondava la selvaggina. Ma per quante si desse attorno, non gli venne fatto di trovar nulla di nulla.


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Il pancia tantra ovvero Le cinque astuzie
Cento e più favole per divertire ed istruire la gioventù
di Viscnù-Sarma
Società editrice Partenopea Napoli
1914 pagine 129

   





Santapura