I due Titiba, marito e moglie, accolsero festanti i figliuoletti, e si ritirarono in un luogo sicuro, dove vissero lunghi anni nella felicità domestica e nella pace.
- Ed ecco, - insistette Damanaca, - come si può non solo vincere ogni ostacolo, mercè l'astuzia e l'aiuto altrui, ma anche far volgere gli eventi a proprio vantaggio.
- Hai ragione, - approvò pensoso Carataca; - anch'io ho in pronto un esempio, che servirà di riprova a quanto tu dici.
LA TIGRE, LE VOLPI E IL BRAMINO
Viveva in cima ad un monte una Tigre, che aveva quattro Volpi al suo servizio. Questa Tigre, per la sua ferocia, era divenuta il terrore, il flagello di tutti i dintorni, ed avea già divorato un numero stragrande di uomini e di animali.
Ora avvenne in quel tempo, che un Bramino abitante quella regione dalla parte di mezzogiorno, poco lontano da un fiume, ebbe l'idea di abbandonare il luogo dov'era nato e di andare a cercare in remoti paesi una esistenza meno insopportabile della miseria che da molti anni lo perseguitava.
Il Bramino, che si chiamava Vadapalana, vagabondava di qua e di là a casaccio, senza sapere dove dirigersi, senza prevedere dove alla fine si sarebbe fermato. Un giorno la sua nemica stella lo condusse per l'appunto alle falde del monte abitato dalla Tigre. Alcuni abitanti, che s'imbatterono nel viaggiatore, lo avvertirono del pericolo cui si esponeva di esser divorato, se andava più oltre, e gli consigliarono pietosamente di tornar sui suoi passi; ma il Bramino non badò più che tanto alle loro parole, e continuò arditamente il suo cammino alla volta del monte.
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