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      - Nella squallida miseria a cui mi trovo ridotto, - diceva, - che miglior fortuna mi potrebbe capitare? Mi divori pure la tigre; avrò così messo fine ad una sciaguratissima esistenza.
      Cammina, cammina, eccolo finalmente arrivato ad un punto, si trova faccia a faccia con la belva.
      La Tigre, a primo tratto, fu presa da un senso di stupore, poichè quell'essere umano osava venirle davanti senza dare a vedere il menomo indizio di paura.
      - Che ardire è cotesto? - esclamò. - Che sfrontatezza è la tua?
      - Nulla ho da temere, - rispose con fermezza il Bramino.- Sprofondato da più tempo nella massima miseria, la vita mi è divenuta un fardello insopportabile, e vengo qui a posta per esser da te divorato e farla finita una buona volta.
      Il caso era nuovo, la miseria del pover'uomo era evidente. La Tigre ne fu commossa e, non che sbranarlo, gli assegnò per dimora un posto non lontano dalla sua tana, e gli promise per giunta ogni sorta di cure amorevoli e di protezione.
      Tenne infatti la promessa. Quasi tutti i giorni gli portava gioielli d'oro e pietre preziose, che toglieva ai molti uomini e alle molte donne che si mangiava. Il Bramino andava a vendere ogni cosa nei paesi e nelle campagne circostanti, e si trovò così in breve tempo di avere accumulato ingenti ricchezze. La Tigre, dal canto suo, gli pose tanta affezione, che quasi non si staccava più da lui, e passava con lui tutti i momenti liberi, fino al punto di trascurare il proficuo esercizio della caccia.
      Purtroppo, le quattro Volpi si vedevano ridotte a mal partito.


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Il pancia tantra ovvero Le cinque astuzie
Cento e più favole per divertire ed istruire la gioventù
di Viscnù-Sarma
Società editrice Partenopea Napoli
1914 pagine 129

   





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