- Pericolo? - esclamò il re Leone, sbarrando gli occhi. - Che intendete dire? Parlate.
- Ebbene, Sangivaca, il favorito di Vostra Maestà, dimentico di tutti i benefici onde finora fu colmato, medita l'infame disegno di spegnere una vita che a lui soprattutti dovrebbe esser sacra; e non aspetta che l'occasione favorevole per compiere il nefando delitto, ed usurpare da solo l'impero di quest'ampia foresta. Noi c'inducemmo, dopo maturo esame, a svelare il tremendo segreto, affinché Vostra Maestà vegli a tutti i momenti e prevenga, se mai, lo scoppio sacrilego di una nera ingratitudine e di una smodata ambizione.
Non è a dire se il re Leone rimanesse sorpreso e costernato alla eloquente relazione dei suoi antichi ministri. Da quel giorno in poi, sorvegliò gelosamente tutti gli atti e i movimenti del Toro, risoluto a togliergli la vita al primo indizio di rivolta.
Sangivaca dal canto suo, ignaro affatto di quanto si tramava a suo danno, e di nulla diffidando, continuava a riposare fra due guanciali e a godersi la più grassa vita di questo mondo.
Un giorno, mentre se ne stava pacificamente a pascolare non lungi dalla caverna del Leone, ecco che un temporale scoppia, le nuvole si squarciano e l'acqua vien giù a bigonce. Immantinenti, Sangivaca scappa più che di corsa, cerca un qualunque riparo, e va difilato verso la caverna del Leone, ritta la coda, scuotendo la testa, agitandosi in mille modi con tutto il corpo per difendersi alla meglio dall’acquazzone che gli piomba addosso.
Lo videro da lontano le Volpi, e senza perdere un minuto, volarono dal Leone, gridando con voce di spavento:
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