Ringraziandolo delle sagge lezioni, si dissero pronti a conformarsi ai suoi consigli ed espressero la speranza di uscire, mercè sua, dallo stato d'ignoranza che fino allora gli aveva oppressi. Nel tempo stesso sollecitarono da lui la grazia di compiere l'opera cosa ben cominciata, continuando un corso di lezioni così interessante e dilettevole.
Viscù-Sarma, dal canto suo, contento delle buone disposizioni degli allievi e della eccellente riuscita del suo sistema educativo, proseguì con zelo il suo compito e prese a narrare loro novelle storie.
LA COLOMBA, IL CORVO, IL TOPOLA GAZZELLA E LA TESTUGGINE
- Ascoltate, miei giovani principi quel che verrò narrando, - incominciò Viscnù-Sarma con gravità. - Nelle varie contingenze della vita, noi siamo obbligati a prestarci l'un l'altro soccorso. Solo aiutandosi a vicenda, i deboli cansano il pericolo cui spesso sono esposti per gli attacchi dei forti, come vi sarà chiaramente dimostrato dalla storia seguente.
Una colomba, per nome Citrana, avea stabilito il suo domicilio in cima ad un'alta montagna. Lassù, con tutta la sua parentela, viveva in perfetta pace. Alle falde della medesima montagna abitava anche un Corvo, il quale si chiamava Vegavarma.
Ora accadde un giorno che Vegavarma se n'andava di qua e di là per i campi, cercando di che empir lo stomaco, ed ecco che gli vien fatto di scorgere un cacciatore che aveva steso le sue reti sulla strada. Atterrito alla vista del pericolo imminente, voltò subito le spalle e se ne tornò a precipizio al suo domicilio.
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