La colomba Citrana, in compagnia di tutta quanta la famiglia, si trovò anch'essa a passare per quel posto; ma, sbadate com'erano, incapparono tutte nelle reti del cacciatore e si videro prigioniere.
Che fare? come sfuggire alla morte?... Non un barlume di salvezza, nessuna speranza di liberazione! Il cacciatore è là a pochi passi, e già accorre e si apparecchia a pigliarle. Il pericolo le scuote e le rianima; la paura dà loro una forza soprannaturale, ed eccole che tutte insieme spiccano il volo, si alzano nell'aria, e via con tutte le reti che le tengono prigioniere.
Figurarsi il naso del cacciatore! Un accidente simile non gli era mai capitato; in un punto solo gli sfuggiva la preda e perdeva gli strumenti del suo mestiere.
Senz'altri incidenti e sempre avviluppate nelle maglie in cui s'erano impigliate, arrivarono le Colombe a casa loro.
Il Corvo intanto, che le avea viste venire in quell'insolito equipaggio, corse subito da buon vicino a far loro visita. La colomba Citrana, accogliendolo con affettuosa premura, gli narrò la mala ventura loro incolta e lo pregò di aiutarle in qualche maniera a liberarsi dalla prigione.
- Mi rincresce assai, - rispose il Corvo, - ma io non son proprio in grado di servirvi. Un consiglio però ve lo do volentieri. Non molto lontano di qua vive un Topo, rosicchiatore di prima forza. Chiamate lui, che forse non si negherà ad aiutarvi.
Citrana non volle sentir altro, e invocò con gran voce il Topo liberatore, il quale accorse immantinente e visto di che si trattava, fece alle amiche Colombe una buona lavata di capo.
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