Fermatala, le domandarono come si chiamasse e dove fosse diretta.
- Mi chiamo Citringa,- rispose la Gazzella, - viaggio così dove le gambe mi portano. Vi narrerò se vi piace, tutta la storia della mia vita.
E così fece in effetto, e quando ebbe finito, chiese loro in cortesia di unirsi alla loro società. Consentirono senza difficoltà i due amici, e tutti e tre posero di lì a poco tanto affetto l'uno all'altro, che non c'era caso che si separassero un momento.
Viaggiando così di conserva, furono un giorno presi dalla sete, e si diedero a cercare un pò d'acqua. Cerca e fruga, scoprirono alla fine una cisterna, nella quale già da qualche tempo una Testuggine era caduta.
Visti appena i tre viaggiatori, la Testuggine umilmente rivolse loro la parola, e li supplicò per quanto di più caro avevano ai mondo di tirarla fuori da quella buca e di trasportarla in qualche altro posto, dove ci fosse da respirar meglio.
Mossi dalla pietà del caso, i tre amici la presero e la trasportarono in una vasca d'acqua sorgiva. Parve alla Testuggine di rinascere, nè più le si cancellò dalla mente il beneficio ricevuto.
Già parecchio tempo era trascorso da questo evento, ed ecco che un giorno, essendo andata a pascolar lontano, la Gazzella incappò nelle reti d'un cacciatore e si trovò presa.
Il Topo intanto, vedendo che l'amica Gazzella tardava a tornare a casa, pensò naturalmente che qualche disgrazia le fosse capitata. Chiamò subito il Corvo, gli comunicò le apprensioni concepite, e lo pregò di spiccar subito il volo e di mettersi alla ricerca dell'amata compagna.
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