Il Corvo partì immantinenti, e dopo aver spiato di qua e di là dall'alto, scoprì alla. fine la povera Cìtringa, che disperatamente, ma invano, si dibatteva fra le maglie d'una rete.
Tornò subito il Corvo ad informare il Topo della triste posizione della comune amica. E il Topo, come altra volta avea fatto, chiamò in aiuto una moltitudine di altri topi, i quali in quattro e quattr'otto liberarono la prigioniera e trionfalmente l'accompagnarono fino alla casa dei suoi amici.
Accadde un'altra volta che mentre i quattro amici tranquillamente si riposavano all'ombra di un albero fronzuto, apparve improvvisamente di lontano una banda di cacciatori. Figurarsi il loro spavento! Al Corvo e alla Gazzella era facile sottrarsi al pericolo, non così al Topo, e tanto meno alla Testuggine. Lasciar soli questi due in balìa del nemico, sarebbe stata una crudeltà senza pari. Che fare? a qual partito appigliarsi?... Pensò allora la Gazzella di richiamare sopra di sè l'attenzione dei cacciatori, e si diè a strascicarsi a fatica come se fosse zoppa.
I cacciatori, che erano già stanchi morti, ebbero subito l'idea che quella preda lì fosse facile, e tutti correndo le si gettarono addosso. L'astuta Gazzella, ora studiando il passo ora rallentandolo, li portò buona pezza di strada lontano. Poi, in un bel momento, quando si figuravano costoro di averla raggiunta, spiccò un salto mirabile con tutte e quattro le zampe, e disparve come una freccia. Durante questo intervallo, il Topo e la Testuggine ebbero il tempo di mettersi in salvo e fuori tiro dalle persecuzioni dei cacciatori.
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