Dileguatasi la burrasca, i quattro amici tornarono ad unirsi, e continuarono a vivere insieme nel massimo accordo; i corsi pericoli fecero sentir loro i vantaggi di una salda e sincera alleanza, e l'esperienza, segnò loro il bisogno che hanno i deboli di sostenersi a vicenda.
TERZO TANTRA
Inimicizia inveterata
I GUFI E I CORVI.
Un Gufo, per nome Vimarda, capo della sua razza, avea fissato il suo domicilio nei crepacci di un monte roccioso, dove insieme coi suoi menava vita tranquilla. Avea scelto per suoi ministri tre bestie della sua specie, Dasciascia, Drudrascia e Crudascia.
Dal canto suo, il re dei Corvi, il potente Vaiassa, s'era stabilito con la famiglia e la Corte in mezzo ad un albero fronzuto, che si ergeva maestoso e gigantesco alle falde di un altro monte, situato ad una certa distanza da quello dove vivevano i Gufi. Tre Corvi egli avea per confidenti o ministri: Pratiptì, Santiptì e Stirandivì. Raccolti sotto la dominazione dell'augusto sovrano, i Corvi trascorrevano felici e tranquilli i loro giorni.
Accadde intanto che al capo del Gufi vennero in mente pensieri di orgoglio e progetti di supremazia. Si andò figurando che non c'era al mondo un altro essere che gli fosse pari in forza e potere. Fisso il chiodo in questa idea, chiama a sè i suoi tre ministri, espone loro per lungo e per largo la grandezza della sua gloria, dichiara di aver deliberato di cingere la corona reale e ordina loro di fare tutti i preparativi occorrenti alla solenne cerimonia. I ministri, non che contradirlo, approvarono subito e senza riserve i suoi ambiziosi progetti.
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