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      Il discorso di Stirangivì eccitò la più grande ammirazione del Corvo il quale fu largo di elogi al grande animo e alla devozione del suo ministro. Gli fece nel tempo stesso dei ricchissimi doni e lo esortò a perseverare nel suo disegno, promettendogli ogni sorta di favori quando l'avesse eseguito.
      Stirangivì volle subito mettersi all'opera, per non dar tempo alla razza dei Gufi di eleggersi un Re. Per prima cosa, eccolo che si avvia alla loro dimora, e presentandosi nelle anticamere, sollecita umilmente la grazia di parlare al primo ministro. Questi lo ammise alla sua presenza, e gli chiese chi fosse e quali motivi l'avessero menato da quella parte. Rispose Stirangivì esser ministro egli stesso, già da molti anni, del Re dei Corvi; ma che, stanco oramai di obbedire ad un padrone così vile e spregevole, avea rinunziato ad una condizione che gli avea dato solo amarezze e disgusto. Veniva adesso a supplicare che si volesse dire una parola in suo favore al capo dei Gufi, perchè questi lo accogliesse come umile e devoto servitore, promettendo dal canto proprio di condursi in modo da meritare una piena fiducia.
      Stupì il Gufo ministro in udire un così straordinario discorso sulla bocca di un riconosciuto nemico; e, prudente com'era, non si lasciò subito prendere all'amo, e tentò di scandagliare le intenzioni dello strano postulante.
      - Il nostro capo Gufo, - rispose, - è, per dirtela schietta, di abbietta condizione e di volgarissimo carattere. Troppo bene io conosco le sue abitudini, epperò non oso incoraggiarti nel proposito di prender servizio presso di lui.


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Il pancia tantra ovvero Le cinque astuzie
Cento e più favole per divertire ed istruire la gioventù
di Viscnù-Sarma
Società editrice Partenopea Napoli
1914 pagine 129

   





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