Un giorno, che essa se ne tornava ben sazia alla casa del padrone, le accadde d'imbattersi in un'altra Vacca magra stecchita da far pietà. Parve questa, alla vista della compagna così robusta e pasciuta, esser punta da un senso d'invidia.
- Come fai tu, - le domandò umilmente - a crepar di salute, mentre io mi trovo ridotta alla più squallida miseria e non vedo il verso di uscirne?
- Come faccio? - esclamò la Vacca grassa ridendo. - In un modo semplicissimo. Me ne vado a zonzo, senza guardiano, per tutti i campi vicini, mi scelgo i pezzi di terreno più erbosi, gli orti meglio coltivati, e lì me la scialo, mangiando a due ganasce. Se vuoi essermi compagna, ti condurrò io in certi posti che abbondano di ogni ben di Dio.
Non son mica egoista, io, e dove ce n'è per tutti, mi piace che tutti godano. Se dai retta a me, in breve tempo diventerai grassa come una pasqua.
Non è a dire se il consiglio andasse a genio alla Vacca stremenzita. Lo accettò senz'altro e si mise subito all'opera. Un giorno, che tutte e due pascolavano a gara nel campo d'un contadino, ecco che arriva il proprietario, le vede assorte in quel lavoro di distruzione, e corre loro addosso, armato di un nodoso randello. Ma non aveva fatto due passi, che già le due Vacche se la davano a gambe. Se non che la Vacca grassa, che era svelta ed aveva solidi garetti, disparve in men che non si dica; la Vacca magra, invece, reggendosi a mala pena fece tre o quattro balzelloni, si trascinò avanti a fatica e cadde di lì a poco nelle mani dell'infuriato persecutore.
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