E da quel giorno in poi le Scimmie furono più prudenti e circospette che mai, e non si lasciarono cogliere dall’ingenuo stratagemma del Bramino. In altri termini esse fuggirono con l’accortezza e la sagacia al pericolo che le minacciava.
- A noi, - conchiuse il Gufo, - conviene imitarle, abbondando di prudenza. La fiducia non deve essere cecità, ma bensì effetto di una ragionata analisi e di reiterate osservazioni. Venga pure fra noi il Corvo Stirangivì, ma solo dopo che ne avremo ben conosciute e vagliate le intenzioni.
A tutti questi ammonimenti, illustrati da esempii, rispose il Gufo Dasciascia con brevi e gravi sentenze:
- La primissima fra la virtù è quella di render servizio agli altri, quando gli altri ne han d’uopo. Sottrarsi a quest’obbligo è poco meno che commettere un delitto. L’egoismo è la morte dell’anima. Vivere per sé non è vita. E anch’io vi recherò un esempio, per dimostrarvi che non è lecito abbandonare coloro che in noi posero confidenza e che sollecitarono la nostra protezione.
IL RE, IL DIO DEVINDRAE LA COLOMBA.
Regnava nella capitale del suo regno il Re Cita-Ciacra-Varti col suo ministro Darmapala. Le grandi virtù ond'era adorno, aveano reso questo principe carissimo ai suoi sudditi e famoso in tutto il mondo abitato. Non si parlava che di lui, non si citava che lui, e tutti, grandi e piccoli, lo levavano a cielo e per poco non lo mettevano al posto di un dio.
Naturalmente, questo gran coro di lodi, che tutti i giorni diventava più forte e assordante, dovette arrivare fino alle più alte regioni celesti.
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