Ma il Falco, senza perderla d'occhio un momento, la inseguì, arrivò quasi contemporaneamente al palazzo reale, e vi entrò per una finestra con un gran batter d'ali. Informatosi subito di quel che era, seppe che il sovrano avea preso sotto la propria protezione la colomba fuggitiva e le aveva dato asilo.
- La Colomba è mia - disse il Falco al Re in tono perentorio, - ed esigo che mi sia resa. L'ho inseguita fin qua dentro, ed essa mi appartiene di diritto.
Il Re rifiutò recisamente di consentire ad una richiesta, che gli pareva ingiusta. Allegava per giustificare il suo rifiuto che la Colomba era venuta a cercare asilo nella Reggia e si era messa fiduciosa sotto la sua alta protezione. Abbandonarla ora nelle mani del nemico che la perseguitava sarebbe stato lo stesso che disonorarsi.
Il Falco reiterò con maggiore insistenza la prima richiesta; ma il Re, più duro di lui, seguitò a dir di no.
- In nessun caso, - disse, - ad una persona dabbene è lecito consegnare ai nemici coloro che ad essa si sono affidati.
- Ebbene, - riprese il Falco, mutando tattica, - se proprio siete risoluto a non cedere, se provate tanta ripugnanza a rendermi quel che io credo mia legittima proprietà, mi contenterò di un cambio, tanto per trovar modo di calmar la mia fame.
- Un cambio? Che vuoi tu dire?
- Voglio dire che desisterò volentieri dalle mie pretese, se mi darete un pezzo delle vostre proprie carni del medesimo peso della Colomba.
Il Re, anzi che venir meno ai doveri dell'ospitalità, tradendo la fiducia in lui riposta dalla Colomba, consentì all'ultima domanda del Falco.
| |
Falco Colomba Falco Colomba Reggia Falco Falco Colomba Colomba Falco
|