Non ti so dire quanto mi tenga in pensiero un'assenza così prolungata. Ho paura ch'egli sia perito miseramente, incappando nelle reti dei pescatori o in qualche altro agguato. Epperò mi son rivolta a te, amica mia, per supplicarti di una grazia; ed è, che tu voglia liberarmi dall'inquietudine che mi strugge, andando tu stessa alla ricerca di mio marito, per tentare almeno di sapere s'egli è vivo o morto. Non appena avrai saputo qualche cosa di certo, torna presto, te ne prego, e svelami senza riguardi la verità, sia pure la più dolorosa al mio cuore.
L'amica - che avea nome Gupta-Gamani, - vedendo l'angoscia straziante della povera moglie del Coccodrillo, si sentì punta da una profonda compassione, e non stette in forse nemmeno un minuto per contentarla. Fatti i preparativi necessari, si mise subito in viaggio, deliberata a frugar dapertutto per scovare vivo o morto l'assente. Le prime indagini le iniziò nei dintorni, ora viaggiando sulla riva, ora nuotando nell'acqua. Fermava chiunque in cui si imbattesse e domandava notizie di colui che cercava. Dava il nome, i connotati, il tempo dell'assenza, le probabilità della via battuta; ma checchè facesse, non veniva a capo di nulla: nessuno era in grado di fornirle una qualunque informazione.
In questo mentre, Sangivaca e Tantra-Ciaca seguitavano felici e contenti a vivere insieme, senza darsi un pensiero al mondo della sorte degli altri.
Un giorno che amichevolmente s'intrattenevano, il Coccodrillo pregò il Micco di raccontargli tutta la sua storia e per quali casi fosse stato spinto a cercar la solitudine in riva al mare.
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