S'informò pure se avesse moglie e figliuoli, in che parte del mondo si trovassero, e che specie di vita menassero.
Sangivaca, che non aveva ombra di dubbio sull'amicizia del suo compagno, credette di poterglisi confidare senza riserve. Gli narrò dunque minutamente tutta la storia della sua vita, enumerando una per una le sventure che gli aveano fatto perdere la dignità regale, costringendolo a sottrarsi alle persecuzioni del suo rivale con una pronta fuga e a cercar salvezza in quella solitudine.
Quando ebbe udito il pietoso racconto dell'amico Micco, il Coccodrillo si sentì crescere in cuore le simpatie che verso di lui lo attiravano; e la vista di quel che Sangivaca era stato una volta e di quel che era adesso non fece che accrescere la stima e l'affetto che quegli avevagli inspirati.
Capta-Gamani intanto non si stancava dal far ricerche; ed ecco alla fine, dopo avere inutilmente percorso miglia e miglia, arrivò all'albero di attimara, sotto il quale il Coccodrillo viveva nell'abbondanza senza pensare più che tanto alla famiglia lontana.
Gli si avvicinò franca e spedita, e subito cominciò dal muovergli i più aspri rimproveri per la lunga assenza.
- Sono qui mandata da vostra moglie - soggiunse poi, calmandosi alquanto. - La poveretta, oppressa dall'ambascia di non veder tornare il marito, tormentata dal sospetto che una disgrazia gli sia capitata, è gravemente inferma e dimagra a vista d'occhio. Un solo desiderio è il suo: rivedervi prima di morire. Ed è per questo che mi ha mandata qui, con l'incarico di far tutto il possibile per ricondurvi a casa.
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