Se voi non mettete tempo in mezzo e mi seguite all'istante, potete sperare ancora di rivederla; ma per poco che rimandi la partenza, correte il rischio di non trovarla viva.
Dolorosamente colpito dalle tristi notizie, Tantra-Ciaca le comunicò immediatamente al suo amico Sangivaca. Questi, nella rettitudine dell'animo suo, gli consigliò di correre senza indugio al fianco della consorte e di curarla e aiutarla in tutti i modi.
- Il dovere di soccorrere i nostri cari, - disse, - quando li sappiamo in tristi condizioni di salute o di altro, deve andare avanti a qualsiasi considerazione.
Il Coccodrillo si dispose dunque alla partenza, e non dimenticò di prender con sè alcuni frai migliori frutti dei quali da qualche tempo andavasi nutrendo, per portarli in dono a sua moglie ammalata, sperando di procurarle così un pó di sollievo.
È più facile immaginare che descrivere l'incontro dei due sposi. La moglie si abbandonò alle più vive manifestazioni di allegrezza, rivedendo in carne ed ossa colui che avea pianto per morto. Ma subito dopo, quasi pentita di quell'affettuosa commozione, attaccò la litania dei lamenti e dei rimproveri per la lunga assenza ingiustificata, affermando che la estrema ambascia cagionatale dalla paura di averlo perduto per sempre, l'aveva spinta ad un velo dal sepolcro.
Tantra-Ciaca sostenne bravamente l'attacco della consorte, e si studiò per quanto era da lui di tranquillizzarla e di consolarla. Cercò anche di giustificarsi della prolungata assenza confessando alla moglie tutta la verità, cioé di aver fatto conoscenza col Micco Sangivaca anzi di aver con lui stretto così intima e cara dimestichezza, che il tempo gli era passato in compagnia di lui più che volando.
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